Il Ghetto Ebraico

Situato nel rione Sant’Angelo, non lontano dal Colosseo, il Ghetto Ebraico di Roma è uno dei più antichi del mondo occidentale e rappresenta uno dei tesori nascosti più suggestivi di tutta la città. Non sarà tra le classiche mete turistiche della Città Eterna ma è capace comunque di regalare emozioni incredibili. Fu istituito nel 1555, pochi anni dopo quello di Venezia, con bolla papale da Paolo IV Carafa che revocò tutti i diritti concessi agli ebrei romani costringendoli a vivere in un’area circoscritta.

Il luogo simbolo del ghetto è la Sinagoga, anche chiamata Tempio Maggiore, una tra le più grandi d’Europa. Importante punto di riferimento culturale per la comunità ebraica, fu costruita tra il 1899 e il 1904 dagli architetti Osvaldo Armanni e Vincenzo Costa in un stile che ricorda l’architettura babilonese e che si fonde con il liberty. Nei sotterranei della Sinagoga ha sede l’affascinante Museo Ebraico, che attraverso 7 sale espositive illustra la storia giudaico-romanesca tra opere d’arte e documenti di grande valore.

Uno dei monumenti di maggior interesse è l’antico Portico d’Ottavia, risalente al II secolo a.C., l’unico rimasto dei grandi portici che circondavano la piazza del Circo Flaminio. Da non perdere anche: Via della Reginella, uno dei vicoli più caratteristici del quartiere; e la Fontana delle Tartarughe nella piccola piazza Mattei, una delle più belle di Roma, costruita tra il 1581 ed il 1584 dallo scultore fiorentino Taddeo Landini su progetto di Giacomo Della Porta.

Per chi vuole mangiare qualcosa tra ristoranti di cucina giudaico-romanesca e pasticcerie Kosher c’è solo l’imbarazzo della scelta. Da provare assolutamente la zuppa di pesce, i filetti di baccalà e i famosi carciofi alla giudia, un piatto tipico ebraico diventato simbolo della cucina romana.